Verso il futuro

Il Senegal è un paese in via di sviluppo, ma data anche la maggior stabilità politica e sociale, la sua economia è più sviluppata rispetto a quella dei paesi vicini. Numerosi sono gli investimenti di capitali stranieri, soprattutto francesi. In passato, fino a una ventina d'anni fa, la coltura principale era quella delle arachidi; adesso si sono sviluppate altre coltivazioni alimentari e la pesca, che hanno dato impulso allo sviluppo recente dell'industria: oleifici, impianti per la lavorazione del pesce, dello zucchero e della birra. Particolarmente importanti sono le piantagioni di cotone e di canna da zucchero. L'agricoltura di sussistenza fornisce miglio, mais e manioca ma non è sufficiente a sfamare una popolazione in rapida crescita. Consistente è l'allevamento di bovini, caprini e ovini. Il sottosuolo fornisce fosfati minerali di titanio e recentemente sono stati trovati importanti giacimenti petroliferi. Le industrie principali sono quelle alimentare e tessili; in crescita l'industria chimica, meccanica e delle calzature. Discrete sono le reti stradale e ferroviaria. In progressivo sviluppo è anche il turismo, soprattutto balneare. Dal 2000 un cavo a fibra ottica collega il Senegal con il sudamerica e l'Europa. Con l'indipendenza, il primo presidente del Senegal Léopold Sédar Senghor ha avuto un ruolo centrale nel definire la politica culturale senegalese, caratterizzata tra il 1960 e il 1980 dalla creazione di molte istituzioni culturali, da una forte ingerenza politica e dal sostegno diretto del presidente alla Scuola di Dakar (École de Dakar)[5]. Il pensiero del presidente Senghor - strettamente connesso alla Négritude e al panafricanismo - è anche il punto di partenza del primo Festival Mondial des Arts Nègres organizzato a Dakar nel 1966; il festival è una manifestazione di arte, musica, danza e teatro, e coinvolge nazioni dell'Africa subsahariana. Negli anni settanta la creazione senegalese viene presentata a livello internazionale all'interno di mostre itineranti. Con la presidenza di Abdou Diouf la cultura - che con Léopold Sédar Senghor era menzionata continuamente nei discorsi politici - perde centralità anche se, alla fine degli anni ottanta, è proprio il presidente Abdou Diouf[6] a sostenere l'iniziativa di artisti, scrittori e intellettuali senegalesi e la nascita della Biennale di Dakar, che è oggi la più importante biennale internazionale di arte contemporanea africana che accoglie artisti, critici d'arte, curatori e galleristi provenienti da quasi tutte le nazioni dell'Africa e dal mondo. La produzione artistica senegalese è una produzione ampiamente studiata sia a livello locale che internazionale, caratterizzata da protagonisti e da un sistema fortemente influenzato dalla politica culturale governativa; ricoprono un ruolo molto importante, sia storico che contemporaneo, i centri e le residenze d'arte (Village des Arts, Kër Thiossane), le istituzioni indipendenti (Associazione GAW) e i collettivi di artisti (Laboratorio Agit Art, Huit Facettes Interaction).
Tra i protagonisti della scena musicale senegalese è fondamentale ricordare Youssou N'Dour, Akon, Baaba Maal.